Stare in equilibrio ti fa barcollare?

Se anche tu ti confronti ogni giorno in spazi e in ruoli tesi alla competizione, sai perfettamente che si detiene il proprio ruolo agendo spesso controllo su risultati ottenuti, progetti o idee formulati o, addirittura su persone.

In realtà, agire il controllo, se può essere adatto e funzionale in particolari momenti della vita, può significare distonie in altri, fragilità nella propria visione dì sé, del proprio valore, dei propri attaccamenti e della gestione delle proprie risorse.

Questa caratteristica potrebbe riguardare anche il controllo di una qualche parte di noi.

Il pensiero a bruciapelo che ne deriva è il seguente:

Che cosa simbolicamente tieni stretto che sarebbe meglio, lasciare andare?

Mi riferisco a quelle vecchie zavorre, che ogni tanto si riaffacciano, talvolta da tempi ed esperienze antichi, forse anche risalenti alla nostra infanzia.

Per questo, ti propongo una riflessione.

Hai presente l’orsetto senza il quale non riuscivi ad addormentarti nella tua più tenera età? Quell’oggetto di confort dal quale era impossibile separarsi?

È un esempio molto semplice, tuttavia ognuno di noi ha delle “ancore”, per lo più legate all’infanzia, che possono ripresentarsi anche in età adulta ed avere la necessità di essere comprese.

Oggetti, luoghi, persone o situazioni possono diventare stampelle irrinunciabili o impalcature a sorreggere aree ancora non sviluppate.

Spesso le gabbie e le costrizioni più grandi sono quelle che vivono dentro di noi e ciò che si manifesta nel nostro mondo esterno, è un riflesso di ciò che accade nel nostro mondo interiore.

Per riprendere il potere di ciò che è nostro, abbiamo bisogno di vedere gli schemi interiorizzati che stanno impedendo di esprimerlo.

L’occasione per riflettere riguarda proprio la capacità di stare in equilibrio da soli, sostenuti solo da se stessi.

Sarà sicuramente capitato in passato di averlo già fatto.

Hai ricordi delle immense soddisfazioni che hai provato dopo?

Qualche volta a ben pensarci, queste soddisfazioni hanno superato persino il fatto di esserci riusciti!

Prova a pensare:

♥ A che cosa, allora e ora, ti sei attaccato per impedir-ti di perderti?

♥ Che cosa potrebbe significare lasciarsi cullare dalla deriva?

♥ Che cosa ti impedisce di stare in equilibrio solo sui tuoi piedi?

C’è una scena di Three Kings, un film risalente alla fine degli anni ’90 sulla guerra nel golfo, interpretato da George Clooney, che, a mio parere, è una sintesi perfetta:

 

Fai le cose che ti spaventano a morte e solo dopo trovi il coraggio, non prima”.

Three Kings

 

La gestione delle emozioni e in generale tutti i risultati che si ottengono, si legano inevitabilmente alle esperienze della prima infanzia, strettamente correlate ai bisogni del bambino e alla conoscenza della prima risorsa personale: il corpo.

Diventando grandi, tutti hanno imparato in qualche modo a stare in equilibrio da soli, a trovare forza, a sviluppare sostegno interno: eppure perché è così difficile riuscirci?

Soprattutto, perché è così difficile riconoscere al corpo e ai suoi linguaggi il valore di risorsa?

Nel corpo, nelle sue pieghe, nei suoi movimenti giacciono memorie parlanti.

 

Ti propongo a questo punto alcune domande per riflettere:

♥ Se dovessi descrivere con un aggettivo la tua infanzia e la tua adolescenza, qual è il primo che ti viene in mente?

♥ Quali esperienze ricordi della tua infanzia? E quali ti hanno fatto soffrire?

♥ Quali emozioni affiorano ora che ci ripensi?

 

Trovare risposte potrebbe attribuire un senso diverso alla vita o addirittura porre le basi per arrivare a cambiarla, per poterla realizzare in tutta la sua pienezza, riconfermando le nostre scelte o mutandole anche radicalmente.

Se stare in equilibrio ora, ti fa qualche volta barcollare, significa che probabilmente c’è qualcosina ancora da risolvere, proprio là, nella tua storia passata.

Ti è piaciuto questo articolo?

Scrivimelo nei commenti e se pensi che possa esser utile a qualcuno che conosci, ti ringrazio di cuore se vorrai condividerlo!

Più portiamo luce intorno a noi, più generiamo un flusso di energia positiva e trasformativa per noi stessi e e per chi ci circonda nel nostro mondo!

Luce ♥

Raffaella

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *